Santa Giulia, la ragazza che pur di non tradire il suo Dio preferì il martirio
In Italia, Giulia è uno dei nomi femminili più amati. Ma cosa sappiamo della Santa Giulia, se non che preferì subire il martirio piuttosto che rinnegare la sua fede cristiana? Poche notizie tranne il racconto del suo martirio, riportato mescolandolo con leggende e tradizioni.
Giulia era una nobildonna cartaginese del V secolo d.C. che, dopo essere caduta in schiavitù, fu acquistata da un mercante di nome Eusebio e portata in Siria. Nonostante Eusebio fosse pagano, ammirava le qualità umane e spirituali di Giulia e la portava con sé durante i suoi viaggi. Durante uno di questi viaggi, a causa di un naufragio, giunsero in Corsica. Qui tutti i naufraghi sacrificarono agli dei qualcosa per essere stati salvati dalla morte. Tutti, tranne Giulia in quanto cristiana. Il governatore locale, Felice, un uomo violento e crudele, desiderava acquistare la bella schiava, ma Eusebio rifiutò l’offerta.
La storia del martirio di Santa Giulia
Una sera, mentre Eusebio era ubriaco, Felice fece condurre Giulia da lui e le offrì la libertà se avesse sacrifiicato agli dei. Ma Giulia rifiutò. Felice, indignato, cercò in vari modi di convincerla a rinunciare al suo Dio, ma senza successo. Decise allora di ricorrere alla violenza, facendola picchiare e flagellare.
Infine, ordinò che i suoi capelli fossero strappati e che proprio come Gesù, fosse crocifissa su due legni a forma di croce e gettata in mare. Alcuni monaci dell’isola vicina di Gorgona, avvertiti misteriosamente in sogno di quanto era accaduto, avvistarono al largo una croce con il corpo della martire e un foglio con il nome e la storia del martirio, scritto da mani angeliche. I monaci recuperarono il corpo lo pulirono e lo cosparsero di aromi, poi lo deposero in una tomba.
La Santa è considerata la patrona della Corsica, anche se le sue reliquie si trovano a Brescia. Secondo alcuni studiosi invece, Giulia di origine cartaginese morì martire in una delle persecuzioni sotto Decio. Durante l’invasione dell’Africa da parte dei Vandali ariani di Genserico, alcuni cristiani fuggirono portando con sé le reliquie della martire e si rifugiarono in Corsica. Lì, il racconto originale fu arricchito di dettagli che facevano sempre più somigliare il racconto del suo supplizio a quello della Passione di Cristo.
Anche se la martire morì in Corsica e giunse in altre terre in seguito, non è stata dimenticata nell’isola francese. È ancora venerata come patrona della Corsica. La devozione verso la Santa fedele imitatrice del suo Signore Celeste fino nei dettagli del suo supplizio è legata alle piaghe che ha subito. Per questo motivo è invocata per le malattie alle mani e ai piedi.