Il tumore scompare dopo il pellegrinaggio a Medjugorje
Chiara a quel tempo era una ragazza di diciassette anni, come tante altre. Frequenta il liceo classico e vive nel vicentino. Vive!… perchè una brutta malattia voleva portarsela via.
Con papà Mariano, mamma Patrizia ha raccontato la storia di Chiara, commuovendo tutti i presenti all’incontro di preghiera a Monticello di Fara.
Si sono sposati giovani ed entrambi hanno avuto famiglie credenti, “seminando” in loro la fede cristiana. Ma questa fede “imposta” li ha allontanati da Dio: gli sembrava più un Padre severo, che amorevole. Nella nuova casa, appena sposati, Gesù non ha trovato posto. Volevano divertirsi, evadere da tutto ciò che fino allora gli veniva imposto.
Dopo Michela, la loro figlia più grande, hanno avuto Chiara, con alcune difficoltà fin dalla nascita. Ma neanche questo li avevano fatti tornare a Dio: nessun lutto in famiglia, nessuna malattia grave, tutto procedeva normalmente… apparentemente. Nel 2005 Chiara si ammala. La diagnosi è devastante: tumore all’ipofisi, disperazione più totale. Si sono ritrovati inginocchiati a pregare: quel seme in loro non era mai morto ed ora stava germogliando.
«Ci siamo sentiti spogliati di tutto, perchè nel momento del bisogno, le cose materiali non servono a nulla». Chiara viene ricoverata alla Città della Speranza di Padova, mentre loro si recano presso la Basilica di Sant’Antonio, a pregare e a piangere. La richiesta al Santo è esplicita: “facciamo cambio, prendi le nostre vite!”. Il Signore li ha accontentati, ma non secondo la loro idea. Un’amica gli ha fatto conoscere un diacono, che spesso organizza pellegrinaggi: «Perchè appena Chiara non si rimette in piedi, non la portiamo a Medjugorje?».«Perchè non a Lourdes?» gli domanda Patrizia. «No, la portiamo a Medjugorje perchè là la Madonna appare ancora.»
Nel loro “ritorno” a Dio, sono stati aiutati dal libro di Antonio Socci , “Mistero a Medjugorje”, che gli ha fatto comprendere cosa stava succedendo in quel paesino. Hanno scoperto i messaggi, particolarmente uno: “Cari figli! Aprite i vostri cuori a mio Figlio, perchè io intercedo per ognuno di voi” (più parti di diversi messaggi – ndr). Questa è stata la loro forza, la loro speranza. Hanno incominciato con la confessione, rendendosi conto che la loro vita era completamente sbagliata. Tutto quello fatto fino a quel momento, era sbagliato: ora volevano cambiar vita.
Sono andati a Medjugorje a fine 2005. Hanno incontrato padre Jozo che ha imposto le mani su Chiara. Il 2 gennaio hanno assistito all’apparizione di Mirjana, nel capannone giallo dietro la chiesa. Chiara era nelle prime file. Una signora ha preso a cuore la loro situazione ed ha convinto padre Ljubo a far rimanere lì vicino la bambina. Dopo l’apparizione, Mirjana ha riferito alla signora, rimasta in contatto con Patrizia, che la Madonna aveva preso in braccio quella bambina.
Un mese dopo, il 2 febbraio, festa della Candelora, Chiara ha fatto una risonanza magnetica: la dottoressa, con i risultati in mano ed un grande sorriso esclamò: «Tutto è sparito, tutto è andato via!». Anche i capelli, che a causa della radio terapia non avrebbero dovuto più crescere, sono stati un segno tangibile della grazia di Dio: ora Chiara ha dei lunghi capelli folti. E il diacono commentando la cosa gli ha detto: «Ma secondo voi, la Madonna fa le cose a metà?»
«E’ cambiato tutto, le nostre vite sono cambiate» conclude Patrizia «Con l’aiuto dei messaggi che sono Vangelo, la Madonna ci ha portati a Gesù. Finalmente la nostra vita ha un senso. E’ una vita bella, da non confondere con una bella vita. Una vita piena di amore, di pace, di amici veri» Il vero miracolo, afferma Patrizia, è stata la conversione, «incontrare il volto di Dio, che Gesù ci racconta nel Vangelo». Ora il Padre Celeste non è più giudice, ma Padre amoroso.