Vangelo di oggi 2 Aprile 2020 con commento
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,51-59.
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte”.
Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “E’ nostro Dio!”,
e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Santa Gertrude di Helfta (1256-1301)
monaca bendettina
L’Araldo, Libro IV, SC 255
Offriamo al Signore le nostre testimonianze d’amore
Appena si leggeva nel vangelo: “Ora sappiamo che hai un demonio” (Gv 8,52), Gertrude, commossa fin nelle viscere dell’ingiuria fatta al suo Signore e non potendo sopportare che l’amato della sua anima fosse così immeritatamente oltraggiato, gli diceva queste parole di tenerezza col sentimento più profondo del suo cuore: “(…)Gesù amatissimo! Tu, mia suprema ed unica salvezza!”
E il suo amante, che nella sua bontà voleva ricompensarla, come d’abitudine, in modo sovrabbondante, le prese il mento con la sua mano benedetta e si chinò verso di lei con tenerezza lasciando cadere nell’orecchio dell’anima con un sussurro infinitamente soave queste parole: “Io, tuo Creatore, tuo Redentore e tuo amante, attraverso le angoscie della morte, ti ho ricercata al prezzo di ogni mia beatitudine”. (…)
Sforziamoci dunque, con tutto l’ardore del cuore e dell’anima, di offrire al Signore testimonianze d’amore tutte le volte che sentiamo che gli viene fatta un’ingiuria. E se non possiamo farlo con lo stesso fervore, offriamogli almeno la volontà e il desiderio di questo fervore, il desiderio e l’amore di ogni creatura per Dio, ed abbiamo fiducia nella sua generosa bontà: non disprezzerà la modesta offerta dei suoi poveri, ma piuttosto, secondo le ricchezze della sua misericordia e della sua tenerezza, l’accetterà ricompensandola ben al di là dei nostri meriti.