Vaticano: abusi al Preseminario San Pio
Nella giornata di ieri nel tribunale del Vaticano, sono stati ascoltati altri testi divenuti maggiorenni, per la questione di abusi sessuali al Preseminario di San Pio. I fatti pare che risalgono al 2012, quando un giovane chierichetto, subisce abusi sessuali da parte di don Gabriele Martinelli. Oggi, è visto come il principale imputato alle sbarre. Il giovane, afferma: di avere subito abusi da parte del sacerdote, di un anno più grande. Afferma di aver fatto presente il caso sia al ex rettore Enrico Radice e sia ai vescovi e cardinali.
Quattro di loro, hanno già testimoniato, mentre altri e due risultavano assenti e per la prima volta Don Martinelli, è stato interrogato. Dai fatti é emerso che : il Preseminario San Pio era una ambiente malsano. In cui c’erano forte pressione psicologiche. Dove si facevano continue battute sfondo sessuale , e venivano dati soprannomi femminili, dove si litigava spesso e dove spesso succedevano abusi sessuali in particolar modo durante la notte quando i giovani dormivano. Pare che due sacerdoti insieme a don Marinelli erano complici del reato e il rettore era a conoscenza dei fatti.
Vaticano: abusi al Preseminario San Pio ricordiamo i fatti:
Le indagini su gli abusi avvenuti in Vaticano, al Preseminario di San Pio risalgono nel novembre del 2017, la notizia e stata appresa in televisione durante la trasmissione del giornalista Gianluigi Nuzzi e dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. I fatti risalgono negli anni in cui non era possibile fare un processo, se prima non c’era la querela. Il processo è stato possibile in virtù di un apposito provvedimento del Papa, che ha rimosso la causa di improcedibilità .
Sappiamo che: l’ abuso sessuale è un’attività sessuale indesiderata, in cui i perpetratori usano la forza, fanno minacce o approfittano delle vittime che non sono in grado di dare il consenso. La maggior parte delle vittime e degli autori si conoscono. Le reazioni immediate all’abuso sessuale includono shock, paura o incredulità. I sintomi a lungo termine includono ansia, paura o disturbo da stress post-traumatico. Mentre gli sforzi per curare i criminali sessuali rimangono poco promettenti, gli interventi psicologici per i sopravvissuti, in particolare la terapia di gruppo.